Compriamo troppo e sprechiamo più che mai: non solo in campo alimentare, ma anche nel settore dell’abbigliamento e dell’arredamento, in quell’industria che viene definita fast fashion.
È proprio da questa consapevolezza che è nata l’esigenza di dar vita, dopo Slow Food, associazione internazionale nata nel 1986 da un’idea vincente di Carlo Petrini per promuovere un cibo “buono, pulito e giusto”, a Slow Fiber, la prima rete di aziende tessili impegnate ogni giorno a produrre capi e tessuti d’arredo durevoli e sani.
Il progetto nasce nella mente dell’imprenditore e professore di Diritto Pubblico Dario Casalini, ceo di Oscalito 1936, una delle prime aziende che ha deciso di entrare nella rete di eccellenze piemontesi e torinesi, a cui poi hanno aderito altre 16 realtà italiane, di cui 3 facenti parte di Exclusive Brands Torino.
Parliamo de l’Opificio, un mondo di tessuti e velluti 100% Made in Italy realizzati con eleganza e cura nei dettagli, ma anche di Pattern Group, il polo italiano della progettazione e della produzione del lusso e di Quagliotti che, da oltre 80 anni, affida alla sapienza manuale e alla precisione di telai artigianali la trasformazione ogni trama in un’emozione senza tempo.
Dario Casalini afferma: “Slow Fiber è una rete di imprese tessili che non solo esprime e rappresenta la bellezza del design e della moda italiana, ma vuole rappresentare anche l’idea dei cambi valoriali, che per me sono il buono, il pulito, il giusto, il sano e il durevole.
L’idea è di ricercare e proporre prodotti e modelli di produzione attenti agli aspetti della chimica (quindi il sano), del saper fare del territorio la promozione dei territori (il buono), riduzione dell’impatto ambientale (il pulito), della tutela del lavoro e della promozione dei saperi tradizionali (giusto) e di offrire prodotti durevoli nel tempo. Invitiamo tutte le aziende che incarnano questi valori a unirsi a noi e a sensibilizzare i consumatori finali alla scelta di prodotti che facciano bene alla società, al territorio, al Pianeta”.