Vanni Unicredit Exclusive talks

Exclusive Talks con Vanni Occhiali e Unicredit

Oggi siamo nella meravigliosa cornice dell’Unione Industriali di Torino in queste sale riportate all’ antico splendore. Noi continuiamo la nostra chiacchierata sulla tradizione, il futuro e l’eccellenza delle imprese torinesi. 

Oggi siamo in compagnia di Luca Milanesi e Giovanni Vitaloni.

Inizierai subito da Giovanni che vanta una tradizione imprenditoriale di famiglia che risale addirittura al 1929, quindi chi più di lui può illustrarci il legame tra tradizione, legame con il territorio e innovazione.

E’ vero, la nostra è una storia che parte da lontano, dal ’29, e che ha avuto un’ evoluzione forte nella fine degli anni ’80. Siamo passati dall’ automotive al settore moda, quindi mio papà, mio nonno, lavoravano soprattutto sugli specchi retrovisori – quindi si guardava indietro nel mondo automotive- e abbiamo pensato di lanciarci in avanti, guardando in avanti con gli occhiali. Siamo passati da accessori per auto ad accessori per la persona. Vanni è oggi il nostro marchio con cui operiamo a livello internazionale, siamo un’azienda che ha una forte vocazione a operare nei mercati mondiali, però siamo estremamente legati al territorio, anzi è un valore aggiunto che ci porta a promuovere i valori della cultura del territorio e dello stile.

Valori direi inimitabili e che danno una forte attrazione ai nostri clienti in giro per il mondo, quindi il territorio noi lo vediamo veramente come cultura, come stile da esportare e riteniamo di essere dei grandi ambasciatori della nostra città.

Luca Milanesi invece rappresenta Unicredit, una realtà molto complessa che ha delle vocazioni molto precise: una vocazione paneuropea innanzitutto, una vocazione alla sinergia tra i diversi rami del business ma anche una vocazione etica e il rispetto – ricordiamo che è la “Banca delle cose che contano”. Allora gli chiediamo: rispetto a questo che cosa significa essere eccellenti per voi?

Per quello che mi riguarda innanzitutto l’ eccellenza è un po’ un’ aspirazione, nel senso che c’è una tensione continua nell’operato mio e di tutti i miei colleghi ad essere migliori, non standard, non banali, non mediocri. E poi l’ eccellenza è qualche cosa che ti deve essere riconosciuto e conosciuto dai tuoi clienti, non è un fatto autoreferenziale. La domanda mi fa venire in mente studi ormai lontani, c’era un testo scritto nell’85 dove si parlava della ricerca di eccellenza come il requisito per essere vincenti, per durare nel tempo. Beh oggi quel testo andrebbe riletto e devo dire che non dice niente di nuovo ma perché sono passati più di 30 anni purtroppo e oggi c’è una riscoperta importante del fattore umano, cioè delle persone, dei colleghi – non a caso prima appunto ho parlato di tensione verso l’eccellenza mia e dei miei colleghi. Questo perché proprio la pandemia ci ha insegnato che bisogna essere capaci di rispondere alle esigenze mutevoli dei clienti, un ambiente che cambia repentinamente richiede soluzioni creative distintive in grado di soddisfare i bisogni dei clienti che sono mutevoli nel corso del tempo. Quindi l’ eccellenza è la nostra capacità di combinare l’aspetto territoriale e l’aspetto anche pan europeo per rispondere al meglio ai nostri clienti.

Ora rivolgo ad entrambi una domanda di rito: perché entrare a far parte o sostenere una rete di imprese così particolare come Exclusive Brands Torino?

Noi di Vanni adoriamo le associazioni, le attività associative, amiamo fare squadra e lavorare nei network ciò nonostante il periodo pandemico mia ci ha portati a ragionare chiaramente livello territoriale e quindi non solo settore ma anche territorio. Exclusive Brands Torino ci è sembrato l’iniziativa più coraggiosa e forte che potesse avvicinarsi a quelli che sono i nostri modi di agire e quelli che sono le nostre vocazioni legate all’ internazionalizzazione, quindi fare parte di un gruppo di imprese che ha dei valori comuni che è legata al territorio che funge da grande motore e ambasciatore dell’ attività del territorio. Credo che sia qualche cosa di bello e unico proprio perché trasversale quindi io immagino e sogno nell’ambito delle nostre partecipazioni a EBT di collaborare con le altre aziende e di utilizzare la nostra forza comune a fare una grande comunicazione sulle nostre aziende, sulle nostre attività associative per promuovere il bello e il ben fatto del nostro territorio. La partecipazione in attività territoriale sia qualcosa che a me alla mia azienda mancava e questa è una grandissima e originale opportunità e alla quale vogliamo portare un massimo contributo.

Ci sono due aspetti che sottolinerei. Allora il primo punto è che Unicredit, per quello che ho detto prima può essere sicuramente un partner di questo network e quindi al servizio del network per poter fare in modo che la rete consegua i propri obiettivi, quindi la ricerca comune delle eccellenze, effettivamente tutto quello che uno crede può mettere a disposizione perché gli obiettivi associativi si realizzino chiaramente sono disponibili. L’aspetto che mi interessa forse di più è il fatto che questa è un’occasione per me di potermi cimentare con le esigenze e le richieste, cioè una specie di laboratorio che ci consente di essere in un club di amici che condividono un fine comune e quindi con quella confidenza che molto spesso facilita un po’ l’innovazione, con la creatività riusciamo a capire quali sono le esigenze dei nostri clienti importanti che rappresentano, come diceva Giovanni il territorio, poi lo noi possiamo in qualche modo fare un po’ scala, cerchiamo di renderlo disponibile anche a tutte le altre aziende.

Vanni occhiali da sempre è simbolo di ricerca nel design molto esclusiva. Chiediamo in che cosa uno stile si può definire italiano e per questo essere vincente nel mondo.

Questa è una bella domanda perché credo che i giochi in chiave di business ruotano proprio intorno a questo concetto. Il made in Italy è stato anche un po’ bistrattato negli ultimi 15 anni 20 anni, e abbiamo bisogno di ritornare veramente all’origine di che cosa vuol dire fare un prodotto bello e ben fatto in Italia e che cosa vuol dire esportare uno stile originale e inimitabile. Purtroppo il problema della contraffazione sul made in Italy è è un dato di fatto che è trasversale in tutti quanti settori, da quello gastronomico a quello tecnologico, a quello della moda. Però c’è una cosa che non può essere imitato: lo stile genuino, quello vero, quello che è frutto di un percorso culturale storico che ci ha portato a essere quello che siamo noi. Tutti i nostri prodotti li marchiamo da ormai 10 anni con il claim “made in Italy for sure”, quindi “certamente fabbricati in Italia”, che va oltre il concetto di etichetta: è un processo di produzione ma prima ancora di progettazione che certifica eticamente tutti quanti vari passaggi. Noi facciamo dei prodotti che sono a chilometro zero con materie prime che produciamo e progettiamo in Italia e che trasformiamo in Italia nel distretto dell’ occhialeria che è nelle province di Belluno e Treviso, quindi alla fine Io credo che lo stile italiano sia veramente una questione culturale, una questione che viene tramandata di generazione in generazione e che non può essere copiata nel profondo da parte dei nostri concorrenti in giro per il mondo. Quindi abbiamo imparare a essere noi stessi, imparare però a comunicarlo nel miglior modo possibile.

Luca milanesi prima ci ha detto due cose importanti per Unicredit: cioè ascoltare le esigenze dei clienti e cercare di durare nel tempo, quindi mantenere una costanza nel continuo cambiamento. Penso che questo sia un concetto importantissimo soprattutto in un momento di crisi sistemica come quello che stiamo vivendo: ci puoi dire ancora qualcosa su questo?

Beh sì certo è una è un’ottima domanda. Allora che cosa ci ha insegnato la crisi? intanto diciamo il modo di fare banca è cambiato, è cambiato in modo sostanziale per due cose fondamentali. La prima è che le banche sono state per la prima volta parte della soluzione del problema e non parte del problema. Questa volta noi siamo parte della soluzione, abbiamo stretto una alleanza molto stretta con lo stato, perché noi siamo stati per la finanza garantita un po’ gli agenti della valutazione del credito e che ha avuto la possibilità di approfittare in qualche modo del sostegno pubblico per poter sostenere a nostra volta le imprese che hanno dovuto soffrire e soffrono ancora la crisi pandemica. 

E’ chiaro che la valutazione del credito, quando metti in gioco i nostri soldi, chiaramente è ancora più delicata. Abbiamo dovuto prenderci una grandissima responsabilità sociale per poter dare la possibilità alle imprese di sopravvivere a questa crisi di liquidità e valutare i progetti per la sostenibilità delle stesse.

Aziende che hanno beneficiato di questa crisi ce ne sono state e ce ne sono in tantissimi settori, tipo il food, piuttosto che il farmaceutico, sono tutti settori che sono cresciuti tantissimo e che hanno beneficiato di crisi, sono aziende che si sono fortificate e rafforzate. Noi abbiamo guardato entrambe, sia le aziende di cui parlavo prima, cioè quelle che avevano bisogno di un supporto liquidità per poter tornare poi a crescere dopo la pandemia e anche a supportare le aziende invece che sono risultate vincenti da questo processo perché hanno un opportunità per poter fare scala. 

Ringrazio i miei due ospiti perché oggi ci hanno parlato di grandi idee, quella del coraggio, quella della valutazione, della sostenibilità nel tempo di un progetto e quella di diventare motori dello sviluppo del proprio territorio.