Bava Pepino exclusive talks

Exclusive Talks con Cantine Bava e Gelati Pepino

Quando parliamo di Torino e del Piemonte è inevitabile pensare alle tante golosità legate al territorio. Per esempio il mitico Pinguino, il gelato, o il vino, pensiamo al Barolo, pensiamo al Vermout, pensiamo agli spirits.

Oggi parliamo di queste eccellenze, di innovazione e di tradizione con due rappresentanti Edoardo Cavagnino e Roberto Bava.

La prima cosa che vorrei chiedere a entrambi è perché hanno scelto di far parte di una rete che racchiude categorie merceologiche molto diverse tra loro, quali sono stati i vantaggi che avete pensato di trarre?

BAVA

Noi come azienda siamo tradizionalmente nel mondo del vino, quindi l’ associazionismo è una matrice di tanti anni: sappiamo cosa vuol dire lavorare insieme, ma questa volta é un lavoro diverso perché abbiamo un confronto con gli altri mondi e in qualche modo l’obiettivo è il mondo e il mondo è troppo grande per farcela da soli. Quindi una bella esperienza anche di crescita in tutti i sensi.

CAVAGNINO

Io anche vengo da un’esperienza personale di associazionismo perché da quando ho iniziato a lavorare ho subito iniziato a frequentare anche il Gruppo Giovani dell’Unione Industriale di Torino e ho trovato molto arricchente questa esperienza. Il fatto di potersi confrontare con persone che come te hanno problemi simili e situazioni simili in azienda anche se in settori completamente diversi – perché come la nostra rete anche il gruppo giovani ha provenienze di vari settori- trovo che questo sia molto stimolante.

In effetti ti aiuta a allenarti, a ragionare sui problemi magari da tanti punti di vista: questo sicuramente è uno dei punti fondamentali della nostra partecipazione alla rete oltre al fatto che noi dobbiamo imparare un po’ da quelli più bravi della rete ad andare all’estero, perché siamo quelli un po’ meno presenti e quindi sicuramente poter godere delle esperienze altrui in questo caso ci favorisce molto e poi anche un po’ di senso di responsabilità per il nostro territorio perché rappresentiamo sicuramente una parte importante dell’eccellenza del nostro territorio quando andiamo all’estero quindi ci fa piacere poterlo fare tutti insieme.

BAVA

Tra gli effetti inattesi della rete c’è che sono nati dei co-marketing tra noi aziende così diverse e credo che Pepino e il Vermout di Cocchi che produciamo siano stati forse i uno dei primi esempi e abbiamo prodotto infatti un gelato al vermout, il primo caso al mondo. Quasi per divertimento ma di fatto è un effetto sinergico di soci che hanno la stessa curiosità culturale ma alla fine un intento produttivo insieme.

CAVAGNINO

Questa è stata sicuramente un’esperienza stimolante perché appunto vedere gestire queste complessità di dover trasformare un vermut storico in un gelato altrettanto storico è stato piuttosto complicato. E’ stato fatto un grosso lavoro di ricerca e sviluppo e alla fine si è concretizzato con un pinguino, il nostro classico gelato su stecco coperto da cioccolato inventato da noi, in questa versione di sorbetto ricoperto di cioccolato ma con una scorzetta di limone nel cioccolato in modo da ricreare un pochino quell’abbinamento di gusto classico di quando si degusta il vermouth con ghiaccio e scorza di limone.

Quindi il fatto di essere insieme tra aziende di settori diversi o anche dello stesso settore ma con prodotti molto diverse come il nostro caso stimola a ragionare su una ricerca sviluppo e innovazione di prodotto che magari crea nuove tradizioni.

Edo hanno già parlato di responsabilità nei confronti del mondo di e rappresentanza dell’Italia, di esplorazione del mercato internazionale e allora mi chiedo quali sono le leve vincenti per continuare questa avventura. La qualità senza dubbio, ce ne sono altre?

CAVAGNINO

Allora sicuramente la qualità è la leva principale per portare all’ estero. Diciamo che in Italia per fortuna sono abituati molto bene, si mangia bene in tutta Italia e quindi magari a volte con un pizzico di superficialità il consumatore non va da approfondire nel dettaglio quello che sono gli ingredienti, processi produttivi, cosa che invece all’estero magari avendo un po’ meno DNA di cibo di qualità, viene esplorato un po’ di più e allora per un prodotto Premium come il nostro il fatto di avere un consumatore più informato che va a scoprire bene quali sono i processi produttivi, gli ingredienti che noi utilizziamo, per noi e vantaggioso perché si sceglie poi proprio per la nostra qualità.

Un’altra leva fondamentale è il saper raccontare questa qualità quindi avere uno storytelling efficace, e raccontare la qualità e il territorio è una cosa che all’estero interessa molto e sapere da dove proviene questa qualità quindi anche questo uno dei motivi per cui abbiamo costruito questa rete per poter raccontare tutti questo territorio di grandi eccellenze in diversi settori e poi la trasparenza, la trasparenza è fondamentale perché appunto un cliente informato vuole farsi raccontare una storia e che questa storia sia più trasparente possibile e quindi bisogna mettere in mostra tutti i passaggi che detrminano la creazione del nostro prodotto.

Passiamo allora ad un’altra azienda che rappresenta la qualità del territorio soprattutto piemontese e l’ha portata nel resto del mondo. Parliamo dei vini Bava che sono nati nel 1911 e continuano questa tradizione ampliando nel territorio sviluppando sempre nuovi prodotti rimanendo però ancorati ad una tradizione di grande qualità, allora chiedo a Roberto come si conciliano tradizione-innovazione e come i vostri prodotti stanno affrontando appunto il commercio internazionale e l’online.

BAVA

E’ una domanda assolutamente attuale: dobbiamo festeggiare i 110 anni quest’anno e da anni ci chiediamo che cos’è per esempio la tradizione e ed e ed è un concetto in evoluzione prima di tutto non è storia. “mio nonno lo faceva sì ma lo facevo sbagliato”, oggi ci si chiede di dare consistenza e continuità sicuramente perché la tradizione può essere continuità ma sostanzialmente deve essere verificata e messa in discussione ad ogni evoluzione del tuo sistema che può essere la produzione. Nella vigna c’è stata una grande evoluzione eppure la vigna è la cosa più ferma e storica immobile del tempo. Quando è arrivata la tecnologia del freddo abbiamo dovuto ripensare e abbiamo avuto un metodo per controllare per esempio la fermentazione dei vini e produrre vini molto più buoni. Dovessi bere il vino che piaceva a mio bisnonno non mi piacerebbe perché anche noi abbiamo avuto un’ evoluzione. Un altro progetto della tradizione rispetto al tempo e che è una tradizione si può inventare. Che età ha una tradizione? Allora da 30 anni abbiamo piantato lo Chardonnay in Piemonte , èuna tradizione e una nuova tradizione, tra 50 anni sarà una storica tradizione. Quindi anche questi temi in realtà non sono banali e anche nella comunicazione attenzione a non ripararci dietro una tradizione che non è stata verificata. In questo concetto di evoluzione anche i canali di vendita si evolvono: l’ online è oggi, nel nostro mondo abbiamo avuto qualche difficoltà è stato molto più rallentata la vendita di vini e spirits nell’online. La pandemia ci ha costretti ad accelerare ma è un’accelerazione che sarebbe successa. Non credo che perderemo il sistema lungo ma sarà sicuramente integrato con questa miglioria di servizio che è l’ online ma non può essere l’unica.

Allora restiamo sul tema della tradizione. Abbiamo qui un cimelio di Pepino. Pepino nasce nel 1884 grazie appunto a Domenico Pepino, è un gelataio napoletano che si sposta a Torino e in breve tempo diventa addirittura un gelato di Corte. Poi nel 1916 passa ad altre due famiglie di cui Edoardo qui presente è un esponente della quinta generazione. Quindi abbiamo una mole di tradizione molto importante. Questo era uno dei primi contenitori per la conservazione del gelato, quindi una delle prime vaschette da asporto possiamo dire. Quanto conta questo mix di innovazione e tradizione? Quanto avere una storia alle spalle per voi è importante?

CAVAGNINO

Sicuramente è molto stimolante perché un passato come quello di Pepino è un passato da rispettare da un lato ma come diceva bene Roberto, da rinnovare e innovare. Questa tradizione quindi non è un passato su cui sedersi su cui fossilizzarsi ma  un passato dal quale trarre spunti di qualità, di serietà e di rapporto con il cliente con il mercato del tempo presente però. Quindi il nostro obiettivo è quello di raccontare al meglio quello che è la nostra storia ma di costruire ogni giorno una tradizione nuova.

BAVA

Avendo la stessa storia lunga di Pepino e dovendole gestire in qualche modo mi viene da pensare che è comunque un’opportunità e io la spiegherei come una densità che hai e come una biblioteca con tanti libri rispetto a quello che arriva ecomincia a farsi la biblioteca. Cioè noi abbiamo la memoria dei libri che tuo bisnonno o nonno, mio padre e noi stessi abbiamo messo in casa e abbiamo letto tutti.

Abbiamo sentito dalle parole di Roberto quanto sia importante l’innovazione nell’azienda Bava. Oggi si parla di innovazione e soprattutto rispetto all’ambiente quindi alla tutela del territorio va a un claim molto chiaro su questo dice “ascoltiamo il linguaggio del territorio e rispondiamo con coerenza”. Allora chiedo quanto questo aspetto di tutela del proprio sia importante per voi in questo momento.

BAVA

Noi siamo un caso specifico, siamo degli agricoltori, siamo dei viticoltori quindi in qualche modo abbiamo sempre dovuto ascoltare la voce ma anche l’anima della nostra linea di produzione che è e una vigna non è una linea di imbottigliamento. Quindi a questi messaggi noi dobbiamo rispondere coerentemente e lo facciamo da tempi non sospetti quindi l’accesso per esempio dell’energia solare per avere un passaggio naturale. Oggi l’azienda va e rivende addirittura l’energia solare e le emissioni di CO2 e ci siamo sentiti in dovere di avere 40 ettari di bosco perché produciamo ossigeno perché bilanciava e probabilmente dovremmo certificarlo dovremmo raccontarlo in modo migliore. Per noi è stata una costante e il il senso del prodotto noi produciamo in questo caso vino che vorremmo dare ai nostri figli. Ecco questo secondo me è quel piccolo senso che fa la differenza tra il business puro duro al business che va al futuro. Se vogliamo tornare in vista se in realtà è uno stile di vita da trasmettere  alla prossima generazione sia di valori ma anche la terra che confidiamo.

Bene ringrazio i nostri due ospiti per le risposte e per l’acquolina in bocca che ci hanno fatto venire.