Building Quercetti Exclusive talks

Exclusive Talks con Building e Quercetti

Ogni giorno sentiamo parlare di made in Italy, reti di imprese, qualità, ecosostenibilità… ma cosa significa davvero per un’azienda fare propri questi concetti e viverli ogni giorno?

Oggi ci aspettano due imprenditori che lavorano in ambiti molto diversi tra loro –i giocattoli e la progettazione e costruzione di immobili –che ci illustreranno la loro visione del business e del fare impresa in Italia in questo preciso periodo storico.

Stefano Quercetti è AD dell’azienda, nata nel 1950, oggi guidata dalla seconda generazione della famiglia che detiene il 100% delle quote di proprietà. Stefano si occupa anche di produzione: la scelta del suo percorso di studi è stato decisivo per il suo ruolo in azienda. Quando è entrato in Azienda, 32anni fa, dopo la laurea in Ingegneria Elettronica, ha subito avuto modo di mettere in pratica le nozioni apprese durante gli studi al Politecnico di Torino.

Luca Boffa è AD del Gruppo Building che nasce a Torino nel 1983 dalla famiglia Boffa; Luca con il padre oggi guida l’azienda con l’obiettivo di progettare, costruire, immaginare, inventare la città e l’abitare, l’industria e gli spazi del commercio, i luoghi civili, privati e per il tempo libero, in Italia e all’estero. Con un particolare impegno nella ricerca delle soluzioni architettoniche e dei materiali. Con la holding Dad&Son operano in diversi comparti, dal gusto con Ifse e Snodo, l’area food delle OGR, alla cosmetica di Alkemy e il wellness di Alfieri6 Urban spa fino al lusso di Fly & Wine.

Parlare di impresa oggi in Italia significa anche parlare di valori, valori come la qualità, la ricerca, il rispetto. Che cosa significa per le aziende e per le reti di aziende fare propri questi valori nella quotidianità?

L’abbiamo chiesto oggi a due imprenditori che si occupano di settori molto diversi tra loro, almeno in apparenza. Stefano Quercetti e Luca Boffa. Inizio col chiedere a Luca Boffa di Building quali sono i valori identificativi della sua azienda che ha ritrovato in Exclusive Brands Torino.

Luca Boffa

Sicuramente i valori principali della nostra azienda che si legano e Exclusive Brands Torino sono la ricerca di un prodotto di altissima qualità, che non per forza vuol dire lusso ma vuol dire ricerca dei materiali, vuol dire ricerca della tecnologia migliore per quel singolo oggetto o iniziativa. Poi quello che noi abbiamo cercato di fare soprattutto da 10 anni a questa parte è creare un brand che poche aziende a livello immobiliare o di costruzioni hanno cercato di fare. Quindi tutto questo ci accomuna alla rete e ci accomuna anche la voglia di andare fuori dall’Italia e portare eccellenze da fuori Italia in Italia. Abbiamo lavorato in Russia San Pietroburgo dal 2002 fino ad oggi, ci siamo spostati in Cina da un paio d’anni. Quindi è proprio la mission della rete partire da Torino e dall’Italia con un prodotto di alta qualità e portarlo nel mondo, e il mondo portarlo qui a Torino.

A Stefano Quercetti chiedo invece quali sono i valori aggiunti che si ritrovano nel lavorare in rete con altre imprese tutte impegnate nell’ambito del made in Italy e dell’eccellenza?

La Quercetti credo sia stata una delle ultime aziende a entrare in Ebt e all’inizio avevo qualche perplessità, proprio per la enorme differenza di proposte che ci sono all’interno di questo marchio. In realtà questo è proprio il grandissimo pregio di EBT che racchiude le eccellenze di molti settori all’interno della nostra società torinese, e il poter lavorare a stretto contatto con gli imprenditori ti dà un senso totalmente diverso rispetto ad una operazione standard. Ti senti parte di una comunità molto ristretta in cui la qualità del prodotto è centrale, in assoluto la qualità che nasce a Torino e viene esportato nel mondo quindi mi sono trovato non bene ma di più.

E ora una domanda a entrambi: perché oggi bisognerebbe scegliere il made in Italy?

Stefano Quercetti

Il made in Italy oggi è ancora estremamente importante perché è un marchio a livello internazionale estremamente potente, uno dei più diffusi al mondo perché racchiude dentro di sé tutti quelli che sono i valori principali proprio anche del gruppo EBT, quindi la qualità del prodotto, il design, la cura del dettaglio che è quello che fa la differenza in qualsiasi campo.

Luca Boffa

Stefano ha spiegato benissimo il perché del made in Italy e quello che posso aggiungere è che l’italiano ha una mente eccellente, è un popolo fatto di pensatori, ricercatori, quindi il prodotto che tiriamo fuori non è mai un prodotto seriale ed è per questo motivo che ci sono pochissime multinazionali ma è il paese col maggior numero di aziende piccole- medie. EBT è un esempio: siamo 19, cresciamo ogni anno, sono aziende medio-grandi di un solo territorio che sono leader nei loro settori, quelli che puntano alla qualità maggiore – quindi poi magari anche i grandi gruppi prendono spunto. Il made in Italy è una scelta di qualità e non solo perché nel mondo si dice il “made in Italy è qualità” ma perché c’è una ricerca dietro ogni cosa che viene tirata fuori.

Vedo accanto a Stefano quercetti un ricordo della mia infanzia: il gioco educativo dei chiodini che ho usato per anni. Però c’è una novità: oggi è un gioco biologico ed ecosostenibile. Allora ne approfitto per chiedere come una tradizione così solida come quella dei giochi Quercetti, anche così amata, possa sfruttare anche l’innovazione e la ricerca senza perdere la propria identità.

Stefano Quercetti

La tradizione all’interno della nostra azienda è come le fondamenta di una casa, quindi è importante: è la nostra storia, è la nostra vita che parte da lì e poi si evolve. La nostra innovazione si basa sulla nostra tradizione e questi chiodini che vedete al mio fianco rappresentano proprio in pieno questo aspetto, perché abbiamo voluto realizzare un prodotto iconico per noi ma utilizzando materiali totalmente innovativi che sono sì biologici ma comportano una quantità di tecnologia differente rispetto al nostro standard, che ha comportato un enorme investimento in ricerca e sviluppo. Adesso è un prodotto validissimo e composto in buona parte – più del 40%- di legno CFC, quindi è estremamente compatibile e ecosostenibile ed è un piccolo fiore all’occhiello che abbiamo all’interno nostra produzione.

Entrambi avete parlato di qualità e di ricerca per le vostre aziende. Chiedo allora a Luca Boffa quali altri leve sono importanti oltre alla qualità.

Luca Boffa

La qualità è uno dei punti fondamentali, ma non è solo sulla qualità che bisogna puntare ma è sulla ricerca. La ricerca poi porta alla qualità; bisogna essere capaci a re inventarsi, quindi a non essere statici. La nostra azienda è nata con mio padre nell’83, ma questo mestiere lo faceva già mio nonno dal 59. Penso che abbiamo toccato tutti i settori dell’edilizia: mio nonno faceva l’acciaierie per la Fiat, mio padre ha iniziato facendo il capannone industriale nel 2000, abbiamo fatto centri commerciali nel 2010, abbiamo iniziato con le residenze. Oggi ci stiamo spostando su Milano quindi l’obiettivo è non stare mai fermi e puntare sempre all’innovazione. Oggi siamo al quinto progetto su Torino con Up Town e sarà un progetto totalmente diverso dagli altri che hanno un unico filo comune che sono fatti dalla Building, quindi da un brand e da una qualità comprovata. Però dietro a tutto questo c’è la ricerca e la voglia di migliorarsi ogni volta quindi il segreto secondo me sta in questo.

Vorrei tornare sul tema dell’ecosostenibilità e chiedere a Stefano Quercetti: per voi è stata una scelta etica senza dubbio molto forte e anche molto impegnativa a livello economico, vincente anche a livello di marketing?

Stefano Quercetti

Nell’ultima fiera che abbiamo potuto fare lo scorso anno a Febbraio a Norimberga, c’è stato una sorta di plebiscito per sottolineare l’importanza dell’utilizzo di queste plastiche all’interno del mondo del giocattolo. E’ molto difficile utilizzarle contrariamente a quello che si possa inizialmente pensare: è una vera rivoluzione dal punto di vista tecnologico. Quello che ancora non è tanto ben chiaro al pubblico e che sono plastiche comunque che costano molto di più rispetto allo standard, sia come materia prima sia nella trasformazione. Mentre il mercato non è ancora pronto a sostenere un costo proporzionale all’investimento che abbiamo fatto, è sicuramente un trend da mantenere e noi lo svilupperemo in maniera più completa possibile. Però spero che anche l’opinione pubblica si renda conto di quello che c’è dietro.

E adesso veniamo all’attualità: questo è innegabilmente un momento di crisi forte però volevo chiedere a Luca Boffa quanto questa crisi può essere sfruttata come un’opportunità.

Luca Boffa

Beh noi come settore siamo in crisi ormai da 12 anni quindi diciamo che se siamo qua è perché le crisi sono sempre un’opportunità e logicamente come dicevo prima devi essere capace a cambiare, non aver paura di cambiare. Questa è una crisi un po’ diversa perché per ora non è ancora una crisi sistemica, è una crisi di periodo. Se il periodo continua ancora molto può diventare una crisi sistemica che ci porteremo dietro magari per 10-15 anni. Però ci sono delle belle opportunità nel nostro settore: oggi si trovano più cose da comprare, quindi noi che compriamo dei building in terra, quindi cosiddetti cielo-terra, ce ne sono di più da vendere perché ci sono dei fondi che scappano dall’Italia, ci sono delle famiglie private che vogliono vendere quindi ci sono opportunità. Poi l’opportunità deve essere comunque commisurata con la forza finanziaria.

Questa crisi di periodo è ovviamente dovuta al covid e allora chiedo a entrambi quanto è stato difficile mantenere alti gli standard qualitativi e quando ho dovuto cambiare il lavoro per esempio con lo smart working nei vostri settori.

Stefano Quercetti

Questo periodo è estremamente difficile sotto tutti i punti di vista, sia dal punto di vista commerciale sia dal punto di vista organizzativo all’interno di un’azienda il cui virus ha inciso in maniera veramente devastante perché basta un singolo caso per bloccare un reparto produttivo. Quindi sta mettendo a durissima prova la nostra capacità produttiva, in questo momento è ridotta ad 1/3 quindi abbiamo perso 2/3 la nostra capacità produttiva. Da domani dovremo riprendere ma sta diventando veramente una gestione così difficile che non riesci neanche più a dire ai clienti quando sarà disponibile la merce, perché effettivamente non lo sai, dipende dall’esito dei tamponi e questo non lo sai fino a quando non ti arrivano e ti arrivano probabilmente dopo 7, 8, 10 giorni. Ultimamente ci sono arrivati dopo 10 giorni, quindi difficilissimo ma ce la stiamo ancora facendo.

E nel vostro settore Luca?

Luca Boffa

Noi siamo un settore produttivo quindi la gente in cantiere non può essere sostituita dal lavoro da casa, come l’amministrazione pubblica e quindi noi siamo obbligati a lavorare. Abbiamo patito già molto tra Marzo e Aprile e maggio, con un lavoro fermo perché non avevano bloccato noi ma erano bloccati magazzino edile, cave, trasporti. Non ci rendiamo conto che siamo tutti connessi uno con l’altro, quindi è  stato molto complicato. Noi personalmente o siamo aperti o siamo chiusi, non esiste questo “mezzo aperti” e “mezzo chiusi”, soprattutto in cantiere, ma anche il lavoro in ufficio è un lavoro di progettazione, un lavoro di idee, di scambio di idee, interazioni tra le persone che non può essere fatto ognuno a casa sua quindi per noi questo può essere solo un periodo, un momento, si gestisce questa situazione ma non può durare più di ancora qualche mese. Altrimenti bisogna trovare delle soluzioni alternative, ma che non saprei dirti quali potrebbero essere.

Ecco bene voglio ringraziare i nostri due ospiti che ci hanno aiutato oggi a capire come questa connessione tra imprese di cui ci hanno parlato nelle ultime risposte possa diventare una rete virtuosa per la crescita del sistema Italia e delle singole imprese.